Zuckerberg ha bloccato gli account di Trump a tempo indeterminato: il post su Facebook
Ecco il post apparso nel pomeriggio, ora italiana, sul profilo di Zuckerberg:
Zuckerberg crea precedente: il potere decisionale di bloccare o meno un account di questa portata è a discrezione del titolare di un social media? E questo, è corretto o meno?
Leggendo e rileggendo il post, mi infastidisce innanzitutto il suo voler parlare al plurale ‘We removed these statements yesterday…” quando, da capo della sua stessa azienda, è chiaro sia stato lui a decidere. Ti sei schierato? Fallo in modo netto: sbaglio? Oltre a questo che può essere un sottolineatura del tutto personale, quello che è interessante è che il pericolo di cui lui parla e che lo ha spinto di fatto a censurare Trump (pericolo reale eh… intendiamoci! Oltretutto dice ‘a tempo indeterminato e per almeno le prossime due settimane’ quindi non si capisce bene cosa abbi in testa…) non lo trovo più o meno importante del pericolo di lasciare al titolare di un social media questo potere decisionale. Mi spiego meglio: una scelta come questa ha chiaramente un impatto non solo politico, ma mediatico, sociale, istituzionale… ruota cioè, in modo sottile, attorno al concetto di democrazia. Abitiamo i social media quotidianamente e sappiamo bene quanto siano vissuti da ogni tipologia di persone, dai divulgatori più acculturati e interessanti agli imbecilli negazionisti e complottisti. I social media li abbiamo sempre definiti per questo come un ambiente relazionale digitale, reale e democratico. Certo, non dimentico affatto che stiamo parlando di piattaforme ‘private’ o di aziende e non di onlus a scopo benefico; non dimentico nemmeno che banalmente e semplificando, il titolare dell’azienda (Mark) risponde legalmente di ogni azione che potenzialmente potrebbe essere dannosa per gli utenti. Trovo quantomeno ‘bizzarro’ che questa decisione sia stata presa ora dopo che in questi anni Trump ha investito su Facebook milioni di euro (nel periodo della campagna da inizio ottobre, gli investimenti pubblicitari prevedevano una spesa giornaliera di 794mila dollari). Se un utente è rischioso, se dimostra di perseverare nei suoi errori (e conosciamo bene i toni usati nella comunicazione di Trump), non poteva essere presa coraggiosamente prima questa decisione? Lo fai ora dopo avergli permesso di condividere odio e post assurdi? Non avremmo evitato magari danni collaterali come quello di ieri? Mark attendeva solo di avere conferma che Trump non era più il Presidente? E ancora: stiamo parlando di un’azienda che ha il potere di influire sulle scelte delle persone e quindi è giusto che sia Zuckerberg a potere e dovere decidere chi censurare? Ne ha tutti i diritti? Perché il nocciolo della questione per me è proprio qui: un social media, NON è un’azienda qualsiasi, stiamo parlando di comunicazione, di condivisione di idee, di persone… e a me, oltre il populismo, fa tanta paura anche il potere che oggi, nuovamente, Zuckerberg (e seguire anche Twitter) hanno dimostrato chiaramente di avere. Su profili così ‘sensibili’ come quelli di politici (e non apro la parentesi italiana perché credo sia meglio) forse andrebbe attivato un regolamento specifico, disposizioni con leggi chiare e condivise e che non siano ‘solo’ regole definite su una piattaforma: sbaglio?Cerchi un affiancamento professionale e personalizzato per la tua comunicazione digitale? Vuoi organizzare un corso sulla Social Education, Educazione digitale? Contattami!