Ieri durante una call con un amico, mentre stavamo progettando i contenuti di una nuova proposta per corsi, abbiamo riflettuto insieme (e nuovamente) sul concetto di fallimento, ma soprattutto di paura: paura di sbagliare. Facendo una rapida analisi dei programmi di corsi che ho incrociato in Rete e che a me stessa sono state proposti sembra tutti abbiano un unico comune denominatore: il successo a tutti costi, senza considerare un passaggio fondamentale e comune a chiunque.
- Se non arrivi al successo in cinque step… sei uno sfigato.
- Tutto il potere è in te stesso, è nelle tue mani… poi alzi gli occhi al cielo quando qualcosa va storto perché capisci che da solo non vai da nessuna parte.
- Se vuoi puoi… nonostante le evidenze ti dicano il contrario. Quindi è determinazione o ostinazione?
- Senza se e senza ma verso l’obiettivo… non sarebbe meglio imparare a gestire gli inconvenienti? Le crisi?
- Performance ad ogni costo… a costo di non avere una vita da vivere perché occupata solo dal lavoro.
….un momento: ma l’umano dove sta? Intendiamoci, sto chiaramente esagerando e provocando, anche io son qui per questo: se non ci fossero obiettivi e non si riuscisse a centrarli sarebbe proprio triste… ma a mio avviso c’è un ‘ma’ da considerare. Ricordo molto bene l’intervento splendido e delicato di Sarah Lewis, lo scorso anno al World Business Forum. All’interno di un programma fitto e composto di esempi, modelli di business e persone di grande successo professionale, le sue parole sono spiccate proprio perché concretamente il contenuto del suo speech era differente.
Torna ad essere un dilettante per non avere paura di sbagliare
‘Coltiva il dono di essere un dilettante e riconquista così la tua libertà’
In effetti è vero, no? Quando si raggiungono certi livelli lavorativi e non intendo di ‘successo’, ma anche di ritmi quotidiani serrati, quando è ormai anni che rincorri una carriera ad ogni costo spesso te ne dimentichi… sì, ti dimentichi di quanto era bello essere un dilettante, una persona curiosa che provava e senza paura, si permetteva di sbagliare… perché? Perché eri un dilettante e mentalmente tu stesso ti procuravi una giustificazione razionale e logica. Poi cos’è successo? È successo che hai acquisito nozioni, hai costruito una tua identità professionale, ma inconsciamente insieme alla tua posizione è cresciuta anche la paura di sbagliare.
La paura di sbagliare è quella che ti porta (che ci porta) ad auto-limitarci, auto-bloccarci nelle situazioni perché temiamo di fatto il giudizio dell’altro. Eppure permetterci di sbagliare e ancora sbagliare… e ancora sbagliare sarebbe davvero un grande regalo per ognuno di noi, e sai perché? Perché significherebbe innanzitutto che ci si è mossi. Agire e creare qualcosa permette ad altri che non si sono degnati di muovere un dito di giudicare qualcosa di concreto? Questo giudizio è negativo? Bene! Entrambi avrete un dato certo da cui partire.
Al contrario legati da un immobilismo che ci auto-imponiamo per la paura di sbagliare non potremo mai assistere a un’evoluzione (né personale né professionale).
Gioca per superare la paura di sbagliare
È sempre Sara Lewis che ha detto ‘giocate, divertitevi, ridete! Il gioco è il giusto contrario della depressione perché nel gioco inventi, crei immagini… qualcosa che non c’è e che ti fa stare bene perché ti diverte’. Ecco allora dove può stare il nocciolo di questa riflessione: avere paura è normale, la paura è un sentimento che provano tutti e chissà come mai siamo cresciuti con la falsa imposizione che si debba anche celare. No, la paura di qualcosa deve portarti all’azione attiva e non all’immobilità.
Tornare a un approccio leggero nella nostra quotidianità, il permettersi di sbagliare e di riconoscere che serve, sarà davvero un dono: avrai compreso, anche tu come tutti, il dono di accogliere un’insuccesso.
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