Se il riccio e la castagna ci insegnano cos’è il personal branding
Oggi ho fatto una passeggiata nelle colline delle mie zone. Giornata splendida: sole che scaldava il tanto che basta, cielo azzurro. Mentre camminavo mi sono resa conto di essere ormai in autunno perché c’erano già molti ricci a terra con altrettante castagne: alcuni già schiusi, altri più acerbi. Volevo prendere una castagna che era rimasta incastrata in uno di essi e di istinto ho allungato la mano: mi sono punta.
Quando ti pungi la reazione è automatica ti ritrai infastidita da quel piccolo dolore provocato dagli aghi… eppure lì dentro c’è una cosa buonissima, c’è una castagna che aspetta il suo tempo per poter uscire da li.
Mi sono fermata e ho pensato quanto questa esperienza fosse simile alle dinamiche che servono per costruire il personal branding di ognuno di noi e quanto, ancora una volta, era la natura a darmi ispirazione.
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Dentro di te si nasconde un tesoro prezioso… apriti e dimostralo non fare il riccio!
Come può avvicinarsi qualcuno, come può un cliente un utente poter apprezzare ciò che che sei e potresti valere se ciò che mostri e dimostri è una comunicazione chiusa, che spinge quindi a una contro reazione di chiusura? Non fare il riccio perché altrimenti il tuo cliente farebbe come me: ho tentato di avvicinarmi perché ho intravisto qualcosa di bello, ma quello che mi è successo non mi è piaciuto e mi sono allontanata.
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L’ago spinge in una direzione, quella esterna, perché deve difendere la castagna. La tua comunicazione com’è?
Fai arrivare solo gli aghi, o permetti di fare scorgere il valore che c’è oltre? Ti lamenti perché stai attuando una strategia di personal branding e ti sembra di non ricevere risultati positivi? Prova a pensare cosa e come stai comunicando. Stai continuando a fare solo il riccio?
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La castagna per uscire dal riccio ha bisogno di tempo
Io ho forzato volevo subito andare al cuore, ma la natura non me lo ha permesso: ci vuole tempo. Ci vuole tempo per ogni progetto, il tempo giusto che permette a te che sei riccio di aprirti e far vedere il tuo valore. Il tempo giusto per l’utente o il tuo cliente che saprà apprezzarlo. La costruzione del proprio personal branding richiede tempo. Quanto? Quello corretto: acquistare valore nel tuo mercato di riferimento è un’azione quotidiana che necessita pazienza e perseveranza. La natura vuole il suo tempo per regalarci la castagna… prenditi anche tu il tuo.
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La castagna è castagna… eppure in quanti modi possiamo cucinarla
Il concetto è semplice: una castagna all’apparenza può sembrare simile a tante altre, anzi lo è. Il sapore, la forma sono identici. Eppure possiamo rendere unico quel frutto farinoso cucinandolo con fantasia e creatività. Il personal branding è questo: tu sei una castagna, una persona che all’apparenza potrebbe sembrare simile a molte altre castagne, ma non è così, ti fai scegliere perchè risulti speciale. Cosa ti rende unico? Il modo in cui ti poni, il mix di persone (gli ingrdienti) con le quali ti incrocerai, quanto riuscirai a comunicare che tu sei la castagna più buona del mondo e più adatta per quella ricetta!
Non credere quindi a chi ti dice quindi che sei una ‘semplice’ castagna: avere alcune cose in comune con altre persone non fa di loro dei tuoi cloni. Tu sei unico e irripetibile devi solo capire quando è il momento di uscire da quel riccio e soprattutto quale splendida castagna vorrai essere.
Io ho già deciso, voglio essere la castagna Rosa 😀
22 Settembre, 2014
Mi è piaciuto tanto il paragone perché secondo me si adatta benissimo anche alla nostra vita offline e alle mille situazioni che viviamo giornalmente, sia con chi ci sta vicino sia con chi condividiamo passioni e storie online, per piacere o lavoro.
Bisognerebbe ricordarlo più spesso anche se sono convinta che certe predisposizioni non si imparano, forse potrebbero migliorare, ma non è da tutti essere autentici in ogni canale o piacevoli tanto da non pungere e non creare repulsione.
La mia giornata oggi è iniziata con forti emozioni e felicità per cose tutto sommato banali, ma poi nel corso della giornata si è catapultato tutto per gli aghi in cui mi sono punta…(inconsapevolmente poi!), provando una forte delusione.
Poi però ho pensato: ma cosa mi aspetto da chi normalmente ha dato al suo personal branding una connotazione di forte insensibilità e repulsione?
Questo per dire che per fortuna credo di essere una buona castagna che, credo e spero, stia venendo fuori con tutta se stessa e autenticità genuina e sentita.
Nel web, come nella vita, si capisce subito se hai di fronte una castagna buona oppure no. E cmq anche le castagne meno buone è bene che esistano per provocare e fare venire fuori il meglio di noi;)
Scusa se forse non sono stata lineare e ho preso la tangente:)) ma volevo commentarti e nel frattempo sfogarmi.
Ciao
Viviana Sarti
http://www.kevitafarelamamma.it
23 Settembre, 2014
ciao Viviana! Grazie per questo tuo commento (e non ‘sfogo’!). Concordo su tutto, ovvio perchè evidenzia ancora di più quanto sia importante innanzitutto prendere coscenza di essere un’ottima castagna… unica!… Quelle matte esistono, vero, ma vengono ben presto scartate… la tua genuinità e freschezza traspare dal trasporto con cui hai risposto… quindi grazie splendida #castagnaViviana 😉