La scorsa settimana ho visitato l’ITMA a Milano, la più grande e importante fiera mondiale dell’industria e dei macchinari per il tessile. Visitare questi eventi di settore permette sempre di aggiornarsi, scoprire, approfondire l’evoluzione di mercati nei quali anche l’Italia e le nostre PMI sono direttamente coinvolte. Per questo ho deciso di partecipare alla conferenza stampa ‘Dress the future’ nella quale istituzioni taiwanesi e alcune aziende produttrici (PaiLung, AK Dyeing Machine, ACME, Jen Haur Co., Ltd, and CCI Tech Inc) hanno potuto raccontare lo stato dell’arte di questo settore. Entrare in contatto con realtà che propongono soluzioni altamente tecnologiche e innovative può essere un grande spunto per le nostre aziende italiane, salvo scoprire che esistono già anche molte partnership che hanno permesso la realizzazione di soluzioni veramente interessanti. Ma, andiamo per grado.
La forza della rete: i nuovi mercati, le nuove sfide si affrontano uniti
Taiwan si è presentato a Milano con un gruppo di ben 36 espositori perché il settore dei macchinari tessili e della produzione tessile è infatti tra i principali mercati che oggi traina questo paese. Basti pensare che in soli 50 anni l’economia che era prevalentemente di tipo agricolo si è concentrata a tal punto sull’innovazione trasformando di fatto questo stato in uno tra i più tecnologici, non solo in Asia ma a livello mondiale. A confermare il tutto anche il Rapporto sulla competitività globale del World Economic Forum 2013-2014, per il quale Taiwan si posiziona all’ottavo posto in termini di innovazione, ma al primo per livelli di incubatori per lo sviluppo tecnologico al mondo.
Primo insegnamento? Concentrare sforzi, investimenti su R&D, innovazione generando futuro, regala nuova linfa alle aziende. Ovvio che il mercato e la cultura taiwanese sono differenti dalle nostre, ma in un mercato che opera a livello globale è presumibile pensare che una nuova economia così lanciata verso il futuro, non può che trascinare con sé paesi e stati con i quali collabora attivamente in termini di business e l’Italia è uno di questi.
Gli investimenti dedicati all’R&D, hanno permesso a Taiwan di far diventare il mercato dell’industria tessile il secondo segmento più importante, con un aumento delle esportazioni del 2,9%, da US $3.41 miliardi nel 2014 a US $ 3.51 miliardi nel 2015.
Su cosa ha puntato Taiwan?
Essenzialmente quello per cui è ormai famoso nel mondo: sia macchinari tessili che tessuti ai quali viene applicata un’alta tecnologia e che oggi permette quindi di restituire nuove soluzioni che abbracciano le nuove richieste mondiali. In tutto questo troviamo un altro dato interessante per le aziende italiane: per ciò che riguarda infatti la produzione di macchinari per il tessile a livello mondiale, i principali mercati sono la Cina, gli Stati Uniti e il Giappone mentre meccano-tessile taiwanese, l’Italia rappresenta il 4° mercato di riferimento in Europa, caratterizzato da un trend positivo per l’export che continua negli anni con una crescita del +3.19% dal 2014 al 2015, per un valore di 178,346,000 USD $ nel periodo Gennaio – Agosto 2015. Questo posizionamento conferma il punto di partenza dal quale alcune delle aziende taiwanesi hanno iniziato a sviluppare le loro soluzioni: partnership con aziende italiane e il relativo coinvolgimento di professionisti altamente specializzati che permettono loro di progettare macchinari e prodotti spendibili in Taiwan e nel mondo. La produzione infatti di tessuti è spesso differente per stato e stato, ed è così che se da una parte molti macchinari sono 100% made in Taiwan, per altri la catena di valore che si innesca prevede che l’Italia fornisca macchinari a Taiwan, che sono poi trasformati, adattati e implementati per creare ed esportare modelli rivenduti nel mondo.
Sarà perché sono della zona di Como dove l’industria del tessile e in particolare della produzione di seta è ben radicata, ma devo dire che non mi ha stupito sentire che ancora oggi l’Italia è leader per tintura e filatura. Se però parliamo di tessuti tecnici, eccoci nuovamente a spostarci sulla produzione in Taiwan: grandi marche come Adidas, Puma, Nike producono più del 60% dei loro tessuti in questo stato per poi esportare la materia prima e confezionare il prodotto finito in altre zone del mondo segno che sul tema innovazione/tessuti Taiwan è assolutamente leader.

Parti meccaniche ad alta innovazione per la creazione di tessuti high tech usati nell’abbigliamento sportivo
Sostenibilità, tecnologia, innovazione: cosa succederà nei prossimi dieci anni all’industria tessile?
Questo nuovo modo di creare business, così globale e con questa tensione all’innovazione permetterà di creare grandi regioni produttive ‘liquide’: partnership mondiali per arrivare a produrre il prodotto migliore.
- Avremo una sempre più alta specializzazione delle macchine e l’internet of things sarà la chiave di questo cambiamento (non è una novità l’autodiagnosi dei macchinari o la possibilità di riparare danni a software attraverso collegamento remoto).
- Questa attenzione produrrà trasformazioni anche nell’indotto che ruota attorno al mercato dell’industria tessile. Si prospettano infatti tra gli investimenti più alti quelli, relativi agli ecommerce e a tutti i temi ad essi annessi come data base, big data, che mirano a favorire in Taiwan un nuovo modo di fare collaborative marketing, al fine di sviluppare sinergie tra aziende che producono tessuti e macchinari per canali di vendita sia virtuali che, ovviamente, anche fisici.
- La così detta industria 4.0, necessiterà di nuovi talenti: persone altamente preparate in campo tecnologico, nel design, il tutto si ripercuoterà sulla ricerca di personale e sull’occupazione.
- Grande sarà l’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla green economy. Non è un mistero: in passato molte aziende in Taiwan (ma anche in Italia eh…), sono state criticate in questo settore per la produzione eccessiva di inquinamento. Oggi si sta compiendo invece un grande sforzo per abbattere drasticamente questo problema, anzi per molte aziende è già una realtà tano da avere macchinari così ricercati e venduti. Alcuni di essi oggi usano idrogeno e non più acqua per produrre, altre hanno ridotto del 40% l’uso di acqua e tutte queste migliorie si convertono ovviamente in grande risparmio economico nelle fasi di produzione dei tessuti: parliamo di di una media di 4.400 ml di dollari circa all’anno!
- Design, innovazione e nuove soluzioni: ovviamente l’innovazione nel settore dei tessuti, va a pari passo col design e la moda. Ecco allora che le nuove soluzioni riusciranno a produrre diversi colori con diverse tecniche di maglieria e contemporaneamente. Tutto mirerà al comfort e alla grande vestibilità.
Ancora una volta quindi le parole chiave quali sono? E cosa insegna Taiwan alle nostre imprese?
Che Innovazione, internet, ricerca, qualità, sostenibilità, saper fare rete e cercare nuovi mercati sono necessari e ormai insostituibili pilastri per permettere alle aziende di avanzare, trasformarsi e crescere.
I mercati oggi sono liquidi e anche la nostra economia, di fatto, aveva parametri completamente differenti anni fa! Se questo passaggio però non viene compreso dai responsabili di PMI, se restiamo nuovamente chiusi nel nostro orticello senza una vision veramente globale pensando che difendere la nostra tradizione significhi dare valore a quello che abbiamo, il rischio è quello di perdere dei treni sui quali invece Taiwan (e non solo) sta viaggiando e alla grande!
La scelta, come sempre resta a noi, a ognuno di noi: che dici, vale la pena o no quindi di cambiare testa e metterci insieme a ‘vestire il futuro’ …prima che sia lui a investirti?!