Il funzionamento della rete sociale è molto semplice e tutti di fatto lo conosciamo bene: esistono dei nodi (utente, aziende, gruppi), connessi tra di loro attraverso legami (conoscenza, fiducia, interessi comuni). Ecco quindi come i social network mettono in relazione diretta le persone (che non sono semplici account): perché, attraverso questi sistemi, possono cercarsi o entrare in contatto con colleghi, familiari, vecchi amici, nuovi amici (incontrati grazie a un legame/interesse comune), amici degli amici.
I contatti della tua Rete Sociale possono essere: catalogati, consultati, analizzati, organizzati
Ciò che rende interessante l’ambiente dei social network è che, oltretutto, la lista dei tuoi contatti (che rappresentano la tua rete, il tuo network) è consultabile, catalogabile e organizzabile, senza considerare che è possibile analizzarne le caratteristiche (genere, località, importanza che si ritiene di dare a quel specifico contatto).
Davvero tecnologia e sociologia sui social media si fondono permettendo alle persone di esprimere liberamente pensieri, emozioni, stati d’animo, punti di vista: mai come oggi ognuno di noi ha avuto così forza comunicativa, mai come oggi tutto dipende dalle nostre scelte come chi seguire, cosa condividere.
Sui social leggi solo cavolate? Semplice: segui le persone sbagliate!
Pensaci bene: sei anche tu tra le persone che si lamentano che sui social network si leggono solo contenuti senza senso, violenti o banalità? La risposta per me è semplice: segui le persone sbagliate! Impara a selezionare, filtrare, nascondere e segnalare post scorretti!
UMBERTO ECO nel 2015 è stato al centro di una grande polemica con una frase diventata celebre:
«I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino […] ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel»
Frase lapidaria, estrema, certamente provocatoria, sulla quale è corretto riflettere per comprenderla meglio. Penso che la libertà di pensiero e di parola è un diritto acquisito e innegabile, ma che purtroppo spesso non sappiamo rispettare perché per esprimersi è necessaria una educazione comune alle regole, le uniche che permettono di vivere l’ambiente dei social network in modo costruttivo. Finché questo concetto non sarà compreso da tutti, il rischio è quello di leggere post e commenti di persone che non dialogano, ma sbraitano, che non usano i social media come piattaforma comunicativa bidirezionale, ma come “pulpiti” per urlare in modo unidirezionale, che non attendono altro che un errore di un utente dato magari anche dall’incapacità di saper scrivere sui social, per poterlo additare con accanimento esagerato e spesso fuori contesto.
I social network attraggono perché divertenti e, diciamo la verità, tutti quanti li utilizziamo anche per passare del tempo e svagarci (e menomale!). Ma ti sei mai fermato a riflettere anche su argomenti più seri? La politica mondiale si sfida e comunica attraverso i social; gli account ufficiali di associazioni, organi, istituzioni, personaggi sono luoghi scelti per comunicazioni importanti e hanno completamente sostituito il vecchio comunicato stampa o le dinamiche che prevedevano il coinvolgimento di giornali o TV per poter essere aggiornati di news. Ma spingiamoci oltre: sai quante sono le nazioni nel mondo nelle quali internet o i social network sono vietati?
Non tu, ma i tuoi contatti, la tua Rete Sociale supporta la tua identità digitale e ti permette di essere riconosciuto come leader
Sì, sui social network succede tutto questo e tu, oggi, pensi e agisci ancora come se fossi in un piccolo orticello sprecando la tua opportunità? A questo punto forse penserai: cosa c’entra il serio discorso social/politico col tuo account e la social education? Cosa c’entra la censura cinese con il fatto che tu usi Facebook per scambiare ricette?
Non intendo di certo affermare che ognuno di noi dovrebbe essere presente sui social network con obiettivi solo ed esclusivamente seri, impegnati, politici, sociali, ma vorrei che ti rendessi conto che stiamo agendo in un mondo in cui succede anche questo, in un ambiente in cui oggi un leader diventa tale, o meglio, è riconosciuto tale grazie anche al supporto delle piattaforme digitali e alla sua capacità di sviluppare, implementare, un’identità digitale solida, concreta.
Tu stesso puoi seguire e interagire con persone o personaggi con i quali prima non avresti mai potuto entrare nemmeno in contatto. E chi decide che quella specifica persona è un leader? Chi decreta il successo o l’insuccesso di un professionista?
Le persone che, grazie al suo racconto personale quotidiano fatto attraverso i suoi profili social con post, contenuti, foto, video, pensieri, gli riconoscono l’identità di una persona reale restituendogli valore con like, commenti, fedeltà e implementando così la sua fama e reputazione digitale.
Sono gli altri che decidono se tu sei o meno ‘degno’ delle loro attenzioni, non noi che crediamo che basti avere in mano uno smartphone facendoci dei selfie per essere leader.
La Rete sociale, il tuo networking supporta la tua attività, il tuo valore! Ecco perché è fondamentale selezionare. Ecco perché il primo filtro alle connessioni e alle relazioni devi essere tu. Pensaci e cambia approccio e comincia ad abitare l’ambiente online con la giusta consapevolezza perché, di fatto, la social education è questo.
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2 Febbraio, 2018
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