Shares

Questa sera mi ha telefonato una ragazza conosciuta ad un evento al quale sono andata per caso, in una città in cui mi ero fermata all’ultimo momento e quella stessa sera sarei dovuta essere altrove. Una ragazza che oggi mi ha ricontattato su Facebook dicendo ‘eh… ti ricordi di me? posso chiamarti?’. Mi aspettavo una telefonata di tipo professionale, una proposta di collaborazione. Invece con mia assoluta sorpresa lei mi aveva scelta per chiedermi consiglio su un’importante decisione professionale e personale. Io e ‘Maria’ (chiamiamola così) ci siamo incrociate una sera. La ricordo come una persona piacevole, ma mai mi sarei immaginata di ricevere così tanta fiducia. Ne è nata una bella discussione e sono certa che ‘Maria’ farà le scelte corrette perchè seguirà il suo cuore (più che quello che le ho potuto dire io!)

Perchè ti ho raccontato questo? Perchè io mi sono chiesta cosa ha spinto ‘Maria’ a chiamarmi e a coinvolgermi nella sua vita personale. Non è un post o un sorriso, non un commento o un like, ma ciò che (credo) io le posso avere ispirato. Ora, non mi voglio mettere su un piedistallo eh, ma è evidente che lei ha visto in me qualcosa di differente e che l’ha spinta ad avere fiducia (a meno che sia folle e il tutto avrebbe una spiegazione comunque plausibile!).

Ispira se vuoi piacere

Ok, ma come si fa? Se ti dico sii te stesso mi prendi per una che dice robe banali? Eppure è così. Ma non basta. Se sei te stesso, persona stupida e volgare nonostante false apparenze, probabilmente attirerai attenzione, ma non fiducia. Il coinvolgimento è un’altra cosa. La persona che ispira è colei che senti affine, che ti affascina, ti tranquillizza e che senti di dover seguire o ascoltare. Ti piace cosa dice, quello che fa, come si muove, ma anche in questo caso se ci fermiamo qui non basta. Sarebbe come essere al di là di una vetrina di una mega pasticceria, mentre tu super goloso non mangi da tre giorni: non ti accorgi che c’è il vetro e credi di poterti scaraventare su tutte le torte esposte. Vedi, ma non puoi toccare!

Lui (o lei) Ispira, tu nel frattempo inspira e respira

Per ispirare devi riuscire a innescare la miccia, una reazione, un’azione. Questa è la vera differenza tra chi si auto-elegge persona di successo/guru e chi invece lo è davvero. L’ispirazione è alla base di ogni lavoro non solo creativo, è la scintilla che crea passione e non solo professionale.
Peters al WOBI lo scorso anno ha detto ‘se vai con le persone noiose, diventerai noioso anche tu’. Quanto è vera questa frase! Circondati solo da persone che ti ispirano che senti che ti elevano mentalmente, ti incuriosiscono e che ti spingono all’azione in maniera positiva e naturale. Seleziona e cerca di collaborare (per quanto ti è possibile) con persone così, persone intelligenti che danno e ricevono gratuitamente.

Il vero ispiratore lo è in maniera istintiva: nello stile, nelle parole, nello sguardo, nei gesti, nelle scelte, in ciò che dice, in ciò che lui stesso fa. Lo è in maniera inaspettata, spesso garbata. Ogni artificio quindi è inutile. Quando avrai la fortuna di incrociare tu qualcuno che ti ispira lo capirai. Forse sarà durante una pausa caffè, forse alla biglietteria di una stazione o forse, come è successo a me recentemente, durante un viaggio on-the-road, inaspettatamente piacevole. Sei lui/lei ti ispira, tu fermati: inspira e espira, ma non ci pensare troppo lascia che lavori il tuo istinto. Accogli questa sensazione e fanne tesoro. Cosa potrà accadere? Chissà! Dalla sensazione di ispirazione può nascere un semplice post, un’idea, un progetto, un’azione, una reazione… piccole strade che si incrociano per poco o lungo tempo.

Non succede anche coi brand? Se vuoi coinvolgimento, ispira!

‘Eh, questo non mi ispira’. Pensaci e dimmi se non è così: non dici ‘non mi piace’, ma ‘non mi ispira’. Ecco allora che oggi in questo mio filosofeggiare tra istinto ed emozioni forse sono riuscita a dare una nuova sfumatura alla definizione di engagement. Il vero coinvolgimento, quello che ti porta al successo, lo ottieni quando ispiri, non quando ti ostini a seguire tecniche, trucchi artificiosi. In effetti il tutto combacia perfettamente anche con la teoria di Kevin Roberts e il suo ‘LoveMarks‘, non credi?

‘He considers that love is what is needed to rescue brands. Roberts asks “What builds Loyalty that goes Beyond Reason? What makes a truly great love stand out?” Roberts suggests the following are the key ingredients to create lovemarks:

  • Mystery: Great stories, past, present and future, taps into dreams, myths and icons; and inspiration
  • Sensuality: Sound, sight, smell, touch, and taste
  • Intimacy: Commitment, empathy, and passion’ – Wikipedia-

Io ancora mi chiedo quale sia la corda che col mio comportamento ha vibrato in Maria, nel frattempo continuo a inspirare ed espirare in attesa di vivere la prossima ispirazione: chissà dove, chissà quando… chissà con chi…

photo credit: David Blackwell. via photopin cc

Shares