Sul cammino un giorno in un bar ho incontrato Giusy.
Erano due giorni che camminavo con un gruppo di ragazze italiane: Ilaria, Pippi, Valentina (comasche) e Sara (italiana trasferita a Barcellona, troppo forte… matta come un cavallo!).
Abbiamo sentito che ordinava qualcosa e vedendola sola le abbiamo subito detto ‘vieni qui con noi!’.
Giusy ha sorriso e annuito.
Una volta seduta sono partite le prime domande di rito:
‘di dove sei?’
‘Verona’. Normalmente ci si aspetta che ti venga rivolta la stessa domanda, ma nulla: Giusy non ha fatto domande. Giusy ha sorriso e annuito.
‘…e cosa fai di bello a Verona?’
‘La parrucchiera…’. Giusy ha sorriso e con un velo di rossore sulle guance ha continuato a bere la sua bibita.
‘…e come mai in cammino sola?’
‘Non mi hanno rinnovato il contratto, volevo dimostrare a me stessa che ce la posso fare’. Giusy ha nuovamente sorriso dolcemente e, abbasando gli occhi ha riconfermato la sua delicata timidezza.
Non è stato difficile per noi rispettare il suo silenzio, lei partecipava alle discussioni con gli occhi, con lo sguardo, coi sorrisi immersa in una riservatezza che sembrava provenire da altri tempi.
Da quel giorno Giusy ha camminato con noi. Io ho camminato con questo gruppo per altri due giorni (nella foto fatta a Mansilla de Las Mulas ci vedi tutte insieme sorridenti perché ci avevano appena regalato un cappello e una scatola di sardine 😀 …cose strane che succedono in cammino).
Lei è arrivata da sola a piedi fino a Finisterre e, magia del cammino, quando sono arrivata a Santiago ci siamo riviste! 🙂
Giusy aveva le gambe ustionate, ma non l’ho mai sentita lamentarsi era una ragazza davvero determinata!
Sorrideva e rideva delle nostre cavolate, ma non ha mai raccontato altro di se e quando commentava o raccontava qualcosa l’ascoltavamo comunque con un interesse differente perché davvero era ‘raro’ sentirla parlare.
La sua presenza in quei giorni, è stata preziosa perché mi ha fatto davvero riflettere sull’importanza del silenzio e su quanto sia necessaria la presenza in questo mondo di persone delicate come lei: la tenerezza è un valore!
Sì, la tenerezza, la sensibilità, la pacatezza di persone che non urlano, che non celano insulti dietro facili ironie.
La bellezza di persone pure, timide che spesso faticano a farsi strada e vengono schiacciate da altre che appartengono a un mondo in cui pare abbia la meglio solo chi urla, grida e per questo vince… o meglio, sono riconosciuti da alcuni come vincitori.
Giusy no, ed era felice così.
Quando l’ho ringraziata per essere così e per l’insegnamento che mi ha dato (io che spesso parlo, scrivo, urlo anche dai miei profili social… ) però ha pianto e mi ha ringraziato.
‘Non è semplice essere così, ma io sono così. Grazie’.
Ho pensato tanto a Giusy in questi giorni in cui tra terremoto e fertility day, tra immigrati e tra bacheche che urlavano la qualunque senza un minimo di sensibilità ho davvero rimpianto quel silenzio.
Silenzio di chi ascolta, silenzio di chi sceglie il silenzio, silenzio di chi sa che è difficile comunicare in silenzio perché presi dalla nostra smania di ‘dire la nostra’ sui meravigliosi pulpiti che ci siamo costruiti (e, ripeto, parlo anche per me), spesso siamo in grado di metterci anche a giudicare il silenzio.
C’è una bellissima frase che dice: ‘io sono responsabile di quello che penso e dico non di quello che tu interpreti’.
Forse, imparare a comunicare considerando il silenzio come azione attiva, come scelta sensata, ci aiuterà a tornare ad avere una comunicazione più attenta alla sensibilità altrui, in cui quando uno parla/scrive lo fa considerando la potenza di ciò che sta andando a fare, perché io credo che il web è davvero come la vita reale: c’è chi urla nella piazza, ma poi, lo scambio umano più interessante lo scopri a diretto contatto con una persona ‘qualunque’ che incontri in un piccolo bar qualunque lontano dalla confusione… ed è lì che il web e i social si rivelano per la grande bellezza che sono.
2 Settembre, 2016
Solo GRAZIE, mi ha fatto un bene enorme leggere questo tuo post.
2 Settembre, 2016
Grazie a te… e a Giusy! 🙂