È inutile pensare o riflettere su rischi pericoli o conseguenze drastiche dovute a uno scorretto utilizzo dei propri account o del proprio modo di stare online se non si parte da una riflessione indispensabile: come tutelare la propria identità digitale? Come e da dove partire per sviluppare valore attorno alla presenza digitale? Sì, l’identità digitale, quello che tu sei online, quello che gli altri vedono e percepiscono di te e che coinvolge a 360° il tuo modo di abitare il web e i social network.
Ferma la giostra e parti dall’inizio: analizza e cristallizza la tua situazione
Partiamo dallo step più semplice (che non significa banale): ti sei mai ‘googolato’? Tutti prima di accedere o visitare dei profili social, quando iniziamo una ricerca per nome o per tipologia di servizio compiamo questa azione, ormai automatica: andiamo su Google (sì ok, ci sono altri motori di ricerca che rappresentano però forse l’1% delle ricerche mondiali), digitiamo delle parole chiave e leggiamo i risultati che il browser ci restituisce: link, immagini, video…
Se dovessi cercare te, che contenuti troverei? E se questa ricerca dovesse farla un responsabile delle risorse umane a cui magari hai inviato un curriculum super impostato, o un tuo collaboratore, o un tuo potenziale cliente, che profili e quali contenuti troverebbe? Hai mai davvero pensato a quanto la tua identità digitale può influire sulle scelte altrui e sulla percezione che dai alle altre persone?
Molti dei professionisti che mi contattano e mi chiedono una consulenza per la propria azienda non considerano affatto questo passaggio eppure è la prima azione che compierebbe chiunque: prima di essere imprese, siamo persone, oggi ‘googolare’ è diventata un’azione automatica che compiamo tutti per qualsiasi ricerca.
Pensare di usare i social solo ai fini di vendita, cominciando la propria attività da un giorno all’altro, senza creare prima una rete sociale e d’interessi con cui relazionarsi (attività che si costruisce col tempo), partendo dal modo in cui ci esponiamo nel web, è come voler vendere una casa della quale non hai nemmeno costruito le fondamenta! Come puoi pretendere di poter vendere o di essere interessante (sul piano lavorativo eh…) se non ti conosce nessuno o se quello che lasci su di te online è completamente fuori contesto rispetto alla tua proposta ai tuoi obiettivi?
Tutelare l’identità digitale: parti da qui
Non basta fare una ricerca generica con Google, e non basterebbe nemmeno fare questa ricerca con una finestra in modalità navigazione in incognito (Ctrl + Maiuscolo + N da Google Chrome) per avvicinarsi a un risultato puro anche perché una volta trovati contenuti che non vuoi più online sai come fare? (Qui effettivamente potremmo entrare nel tema spinoso del diritto all’oblio, argomento che certamente vedremo con più profondità successivamente e attorno al quale sono nate vere e proprie agenzie o studi legali specializzati).
Parti da due semplici azioni che puoi compiere anche tu, ora grazie a questo link che ti segnalo:
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Il supporto di Google
(link: https://support.google.com/accounts/answer/1228138?hl=en)
Attraverso questa pagina di assistenza di Google potrai indicare quali contenuti compaiono nei risultati di ricerca e che non vuoi siano più associati a te.
Ovvio che, così come indicato nella stessa pagina, se scopri dei contenuti che possono ledere in qualsiasi modo la tua identità digitale, dei quali non detieni la proprietà (perché pubblicati su siti o account altrui), prima di rivolgerti a Google, l’azione da compiere è quella di contattare il sito, o il proprietario e richiederne la rimozione, inoltre qui stiamo parlando di un solo browser, anche se è il più utilizzato al mondo.
Mi sembra doveroso evidenziare che ti sto parlando di analizzare situazioni basic, applicando azioni utili a chi muove i primi passi verso la sua personale consapevolezza digitale per mettere ordine alla propria presenza online filtrando contenuti ‘standard’ come foto, video datati. Nulla a che vedere con i casi ben più seri in cui ci si deve tutelare da ingiurie, falsità o contenuti denigratori: qui ovviamente avremmo che fare con un discorso legale più complesso nel quale non basterebbe una segnalazione on un’auto-analisi veloce.
Infine un consiglio di buon senso: è così semplice condividere e pubblicare qualcosa, basta un click, ma riparare nel tempo alla superficialità può diventare davvero difficile.
Prima di correre ai ripari ricordati sempre che il miglior filtro per tutelare la tua identità digitale sei tu… quindi il selfie del buongiorno seduto sul wc… ecco… io a priori lo eviterei… 😉
Cover photo shutterstock #adv
30 Maggio, 2018
[…] ogni punto di contatto anche attraverso piattaforme professionali come Linkedin. Visita il profilo, cerca su Google: chi è questa persona? Da quanto tempo svolge questo lavoro? Qual è la sua presenza digitale? […]