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Oggi ti racconto una storia coraggiosa, quella della scelta che mia mamma ha fatto per farmi nascere.

Era il 1976, mia mamma aveva quasi 42 anni, età pericolosamente avanzata per un’epoca in cui non c’era nemmeno l’ecografia. Diciamo che è chiaro che sia stata gettata giù dal cielo e di certo non ero ‘prevista’. Se chiedi a mia mamma, nella sua tenerezza invece ti dirà il contrario ‘cercata e voluta!’.
Aveva un fibroma nell’utero che mi schiacciava e i medici di allora le hanno consigliato a più riprese e ‘molto calorosamente’ di abortire: l’età, il fibroma… insomma la possibilità che io potessi nascere con problemi psico-fisici, la sindrome di down probabilissima e non per ultimo in ordine d’importanza la sua salute erano fattori da prendere seriamente e scientificamente in considerazione!

La sua risposta è sempre stata una, semplice e chiara: ‘se il Signore me l’ha data un motivo ci sarà e mi aiuterà anche a farla nascere’. Su questa cosa rifletto sempre: è come se si sentisse che fossi femmina. Mi sarei dovuta chiamare Leonora come il personaggio di un’opera lirica che ama tanto mio papà, ma mia mamma aveva già deciso di chiamarmi Rosa, come mia nonna che lei tanto ha pregato perchè all’epoca era ormai già in cielo. Io non sono mamma, mi parlano di istinto e credo che sia stato proprio così.

Quando racconta delle visite che le facevano in ospedale mi sembra di immaginarle chiare e nette: chiamavano tutta l’equipe medica era un caso raro ‘da studiare’. Eppure io crescevo e lei nonostante non fosse in formissima continuava il suo cammino fatto di fatica e di fede.

Il 18 giugno del 1976 è nata la sottoscritta, 3,2 kg di peso che da frugoletta si è trasformata in una perfetta rompipalle, quella che conoscete tutti. Mia mamma racconta che era così convinta che avessi problemi fisici che quando mi ha visto nascere si è messa a urlare piangendo: ‘non ha le mani!!’
In effetti sono nata coi pugni chiusi, probabilmente già pronta a tirare due cazzotti a quel medico che non mi voleva far vedere la luce… o pronta, così come aggiungo io, ad alzarne solo uno: sì quello medio, proprio quello li rivolto sempre a quel medico . Ho sempre avuto un caratteraccio… sempre!

Cosa sarebbe successo se mia mamma non avesse avuto questo coraggio e questa fede? La risposta è chiara ed è solo una. Io non ci sarei.
Per questo non finirò mai di difendere la vita, sempre comunque, soprattutto quella più debole e indifesa perchè è la mia storia, è parte di me.

Nonostante quotidianamente cozziamo io sono qui e se ci sono è grazie a te.
#graziemamma per avermi regalato la possibilità di vivere il mio #futurosemplice

(Facebook post 11 maggio 2014)

mamma Imelde e nonna Rosa

La nonna Rosa e la mamma Imelde nel 1961

 

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