Chi mi ha seguito lunedì ha visto che ero in una delle città più romantiche del mondo: Venezia. sono stata invitata a vivere direttamente un evento organizzato dalla Banca IFIS che ha sede a Mestre. Tuoni fulmini saette se nomino la parola “banca” in quest’ultimo periodo? In effetti (lo ammetto) ero molto curiosa di capir cosa potesse aver combinato una realtà che storicamente è lontana da concetti come ‘social’, collaborazione, condivisione e, al contrario, è legata a concetti di rigidità, burocrazia, mancanza di elasticità (e chi più ne ha più ne metta).
Mi aveva attirato un articolo pubblicato su Facebook da Marco Minghetti e dal titolo ‘HR (e Banking) 2.0? Il caso di Banca Ifis – Le Aziende InVisibili’. Tralasciando contenuti legati al mondo economico/finanziario (troppo complicati per noi amanti delle cose social-semplici), mi aveva sinceramente colpito la storia di questa banca, sbarcata sui social, che stava trovando nuove forme di business costruendo la propria identità in rete come se la cosa fosse comune. Mi piaceva che il tutto fosse raccontato direttamente dall’Amministratore Delegato, Giovanni Bossi, che ci metteva la faccia e non demandava ad un ufficio stampa i propri pensieri. Un case history goloso e interessante (ho pensato)… poco dopo sono stata contattata e il tutto mi è sembrato più di una casualità!
Banca IFIS, i social e il coworking
Abbiamo a che fare con una banca, il mondo rigido della finanza. Questa banca, fatta di persone (evidentemente molto sveglie!) capisce l’importanza strategica dei social network. Inizia a lavorarci sopra, prima di tutto (così come sempre dico) come utente: nasce la pagina di facebook, intuisce la potenza di proporsi in Linkedin, inizia un dialogo vero con gli utenti e apre due blog tematici. (forse non avete letto la prima frase, io ve la ripeto: abbiamo a che fare con una banca… sì! Il mondo rigido della finanza!) Lo sappiamo come succede nel mondo dei social, una ciliegia tira l’altra, è un mondo ch ti prende, ed è così che la Banca IFIS ha iniziato a vivere di social intuendo che il business di una azienda oggi può avvenire grazie ANCHE ai social e per mezzo dei social! Ben presto è nato il progetto di un conto corrente “Contomax” il cui funzionamento e le principali regole si sono sviluppate grazie all’interazione con la Community in rete: la voglia sincera di confrontarsi e coinvolgere utenti intuendone il valore perché prima di tutto persone e poi potenziali clienti, ha fatto sì che questa iniziativa fosse premiata in termini di risposta e partecipazione. Il prodotto è nato con e grazie agli utenti: siamo di fronte quindi ad un vero e proprio caso concreto di coworking.
(Scusate, so che siete miei lettori e quindi svegli… ma io lo ripeto: forse non avete letto la prima frase… abbiamo a che fare con una banca… sì! Sì una banca italiana!!! Il mondo rigido della finanza!)
il #ConcorsoStreetNetwork, il coinvolgimento di giovani artisti e la premiazione
Contomax (prodotto che partirà ufficialmente entro l’anno) aveva bisogno di una veste grafica per la propria promozione? Di un bel vestito che rappresentasse il concetto di rete e collaborazione? Bene! Et voilà, l’esplosivo team addetto alla comunicazione ha ritenuto naturale (perché ormai è un passaggio naturale per loro) chiedere aiuto alla Community. Potevano organizzare un vernissage per pochi eletti con patè e champagne ? No! È nato invece un concorso legato ad una corrente artistica tanto moderna e di tendenza quanto lontana dal mondo bancario: la street art! Sì, avete letto bene, ancora una rottura degli schemi, ancora la voglia di evidenziare che grazie alla rete e con un fine comune (quello di valorizzare dei giovani artisti) due mondi apparentemente distanti potevano convivere e collaborare. Dopo una selezione di alcuni esperti e una votazione democratica demandata agli utenti, ha vinto Riccardo Bernucci aka Raquem90.
Lunedì durante tutta la giornata, presso l’atrio della stazione di Venezia, Riccardo ha riprodotto la sua opera mentre una crew di colorati e giovanissimi ballerini hip-hop ha ritmato la giornata con flash mob coinvolgenti. Appena arrivata è stato facile per me capire chi fossero i dipendenti. Giacca e cravatta? No! Tuta funky con cappuccio per tutti che riprendeva i colori dell’opera di Riccardo.
Dopo un pomeriggio passato alla scoperta di angoli inconsueti e preziosi di Venezia, (ringrazio Francesca, guida splendidamente appassionata del suo lavoro) abbiamo vissuto il momento clou della giornata: la premiazione.
Nella meravigliosa cornice di Villa Furstenberg a Venezia Mestre, dimora storica magicamente trasformata nella sede della banca, lo staff e gli ospiti hanno riconosciuto il valore dell’opera di Riccardo e il valore e l’opera di questa banca. Quando Mauro Lupi esperto di comunicazione e social media marketing che ha moderato la premiazione (e che ringrazio), mi ha dato parola, non ho potuto che lasciar fluire liberamente e sinceramente il mio pensiero che sinteticamente vi riporto.
Respirare un po’ di #futurosemplice? Un’esperienza energizzante!
Ho trovato l’iniziativa, il team, il concorso, stupendamente coerenti con la filosofia #futurosemplice. Adoro la frase di Jovanotti, chi mi segue lo sa, perché è vera e ci credo: ‘l’energia che si scatena in un contatto, la passione che fa crescere un progetto’. Ecco forse è questa la sintesi corretta: la passione vibrante di un team che ti aspetti rigido e impostato e scopri energico e attivo; la passione di un giovane artista che ha la grande possibilità di avere visibilità e un più che discreto gruzzolo in tasca per proseguire i suoi progetti; la passione di gruppo di giovani ballerini; la passione di una guida innamorata di Venezia; la mia passione per la costruzione del #futurosemplice . Tutto il progetto nasce dall’energia che ha scatenato un contatto, a partire dagli utenti. Posso dirvelo? Ho adorato essere a Venezia lunedì, ho adorato essere italiana (finalmente), ho adorato il fatto che tutto questo sia nato grazie ai social network. Questo mi fa sperare che qualcosa nella testa dei management di molte azienda cambierà, se non altro grazie all’esempio di altri successi. Il social, così come ho ribadito, rivela: dice chi sei, non puoi fingere. Gli utenti dei social lo sanno e questa realtà lo ha intelligentemente capito: si è messa in gioco a 360°. Il progetto globale di Banca IFIS insomma, a mio avviso, è un ottimo case history per il mondo dei social: per la particolarità del mercato di riferimento, il target, i differenti mezzi di comunicazione utilizzati e perfettamente integrati, i risultati ottenuti. Visto l’entusiasmo non mi stupirei di conoscere a breve nuove iniziative e nuovi sviluppi in rete di IFIS. Terrò questa azienda sott’occhio 😉
In bocca al lupo allora a tutto il Team di Banca IFIS. Con me porterò gli splendidi sorrisi che mi avete regalato e una nuova consapevolezza: non è semplice, ci vuole tempo e dedizione, ma il #futurosemplice #sipuòfare: yes #IFIScan!
Chapeaux e mercì finale a tutti i professionisti intervenuti durante l’evento che ho avuto modo di conoscere, ma in modo particolare a Lorena che mi ha invitato permettendomi così di raccontarvi tutto 😉
Rosa
Qui il comunicato stampa ufficiale
6 Dicembre, 2012
Rosa, hai perfettamente compreso la passione che guida una banca che oggi riesce a fare delle relazioni con le persone il suo punto di forza. Ci riconosciamo in questo spirito e la frase di Jovanotti può essere davvero il nostro slogan. E' ciò che guida quotidianamente il nostro lavoro.
6 Dicembre, 2012
sono felice perchè anche io, come utente, l'ho percepito come reale e vero e spero che, come ho scritto, concretamente il vostro progetto diventi un esempio per altre realtà. I social non servono solo per aspetti ludici, ma sono diventati strumento indispensabile di lavoro. Grazie a voi e (spero) a presto!
29 Ottobre, 2013
[…] sui propri spazi, col proprio stile. Banca Ifis e la sua storia social la conosco da un anno (qui il primo post e qui l’intervista che Giovanni Bossi aveva rilasciato a Cowinning). Luca Schibuola col suo […]