Facebook è un gran bel mondo, così come altri social media.
Facebook però ha la grande fortuna di essere ‘IL’ social network:
IL primo
IL più usato
IL più famoso.
Facebook sembra essere anche molto facile da approcciare: una mail, una password e via!
Nei workshop che tengo spesso dedico buona parte a temi che riguardano la gestione della propria privacy, l’educazione al corretto utilizzo dei social, così potenti , ma anche così pericolosi se non usati con testa.
‘Lucida trasparenza‘ è il concetto che tempo fa ho coniato: un uso trasparente perchè sui social racconti chi sei, ma con estrema lucidità, quella che ti dovrebbe permettere di capire se stai o meno facendo un errore, se stai dando fastidio, se stai mettendo a rischio qualcuno, se stai usando un mezzo potente.
La sfida delle mamme su Facebook e l’avviso ‘esagerato’ della Polizia di Stato
In questi giorni la timeline di Facebook è letteralmente invasa da una catena di Sant’Antonio: una sorta di ‘sfida tra mamme’ il testo recita così:
‘Sfida delle mamme. Sono stata nominata da @@@@@@ per postare 3 foto che mi rendano felice di essere mamma. Scelgo alcune donne che ritengo siano grandi madri. Se sei una madre che ho scelto copia questo testo inserisci le tue foto e scegli le grandi madri.in cui le mamme si sfidano a pubblicare’.
Quello che mi ha fatto riflettere non è tanto l’invasione di foto che di per sé possono anche apparire tenere, simpatiche, intendiamoci. Qui non si sta mettendo in discussione la buona fede di chi pubblica foto di propri figli, ma quanto questa azione venga fatta con superficialità, senza minimamente considerare il luogo in cui si è o le dinamiche di Facebook (quante pubblicazioni in modalità ‘pubblico’ ho visto!).
A dirlo non sono io, ma è la stessa Polizia di Stato che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato questo post:
Da alcuni giorni circola questo messaggio tra le mamme, diffuso con il sistema delle Catene di Sant’Antonio:”Sfida delle…
Pubblicato da Una vita da social su Sabato 20 febbraio 2016
A testimonianza di quanto spesso il pericolo reale non venga considerato, lo stesso post ha ricevuto parecchie critiche e commenti negativi soprattutto per ciò che riguarda la frase che finale del post che punta il dito contro chi pubblica, condivide con leggerezza foto di minori (e che ha toccato sul vivo molti genitori) . Il sunto di molti di questi commenti è che un post di questo tono è esagerato, si parla di allarmismo inutile visto che ‘sulle foto i miei figli sono sempre vestiti’ e che ‘i pedofili non guardano certo questo…’.
Prima di pubblicare pensa (e non offenderti se ti chiedono di farlo)
Mi occupo di social communication e posso confermarti quanto è necessario stare attenti alle azioni che si compiono sui social ogni singolo giorno (adulti compresi). La Polizia di Stato e la Polizia Postale, opera quotidianamente per rendere sicuro quello che è l’ambiente del web e dei social network.
Mi chiedo come possano essere messe in discussione competenze e capacità di chi lavora per la nostra sicurezza e non di certo per creare falsi allarmismi.
Tra le tante riflessioni che si potrebbero fare, prendendo nuovamente il post della Polizia di Stato direi che è il caso di fermarsi sulla questione fondamentale che arriva prima dei rischi legati alla pedofilia, ovvero il rispetto dei minori:
‘O quantomeno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi‘.
Il concetto è semplice: vuoi pubblicare selfie, foto e dire al mondo cosa fai, dove sei? Benissimo, sei adulto sei liberissimo di farlo.
Vuoi pubblicare foto, selfie con altri adulti? Bene: ti ricordo che loro possono confermarti o meno l’uso di tag e hanno il diritto di chiedere la rimozione di foto perchè non vogliono comparire su Facebook.
Vuoi condividere foto con minori o in cui ci sono dei minori? Pensaci bene prima di pubblicare contenuti che riguardano un’altra persona minorenne: cerca di comprendere che mettere attenzione non corrisponde a limitare la tua voglia di far conoscere al mondo quanto sei felice e che in tutto è necessario equilibrio. Rifletti: se sulle riviste patinate i minori compaiono col volto camuffato un motivo ci sarà, no?
Esistono momenti che è proprio bello condividere, lo ammetto, quindi se hai voglia di farlo attraverso queste foto, fallo con le dovute attenzioni e limitazioni di privacy tenendo ben presente che a volte non basta per salvaguardarne il contenuto. Scegli ad esempio foto con i soggetti di spalle, prediligi un particolare che faccia percepire che in quella situazione c’era un bambino, ma senza rendere pubblica la sua fisionomia, pubblica queste foto con estrema parsimonia, si tratta di tuo figlio.
No, non serve allarmismo per capire che agire in certi modi può mettere a rischio la privacy di minori e credo che nessuno si debba offendere se si percepisce magari in passato di aver condiviso con un pizzico di superficialità. Sui social network si impara a stare, ci si educa a comunicare correttamente per questo, a mio avviso, serve al contrario estrema serenità e consapevolezza per innescare sentimenti di protezione e sensibilità che gli stessi social a volte purtroppo azzerano nelle persone.
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