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Sul cambio di visione personale e di approccio alla vita di ogni giorno che cerco di avere dopo essere tornata dal Cammino di Santiago credo ormai non ci siano dubbi. Ma continuando a scorrere le foto trovo davvero che la ricchezza di ogni attimo in quei giorni mi ha insegnato qualcosa… anzi… in effetti è proprio ora che, dopo aver vissuto la prima parte fatta di esperienza concreta, mi accorgo di quante micro-percezioni, insegnamenti sto comprendendo solo nel tempo.

Nel primo pezzo del cammino francese, scritto su muri, cartelli, per terra, spesso ho incrociato questo hashtag #perchéno?
Buffo averlo notato proprio quando, mentre le mie gambe marciavano, nella mia testa riflettevo su alcune decisioni veramente importanti sul mio futuro e che avrei voluto prendere al mio ritorno.

Cammino di Santiago: riflessioni

Sono certa che ora qualcuno sta già pensando ‘è il destino che ti ha parlato… è il Cammino che ti stava dando le risposte’. Personificare ‘il Cammino’ come un’entità astratta dotata di anima, anzi… di spirito?  Mmmhhh…
Io sono convinta invece che durante il Cammino di Santiago (che, ricordo essere una strada, un percorso concreto e non certo astratto… fatto di sudore, fatica e spesso dolore), sia la tua anima che parla. La stessa che ti parla ogni giorno o almeno tenta di farlo. La stessa che soffochiamo impegnati a correre e rincorrere tutto fuorché il silenzio, qualche istante di pace e che ti faccia meditare e pregare. Ecco la vera differenza.

Cammino di Santiago: riflessioni

Ok, e quindi il cartello? L’hashtag?
Bè, quando l’anima vibra permette di percepire quello che ci capita con una sensibilità nuova e questo, credimi, è davvero una sensazione stupenda perché ti senti parte di una grande avventura che va ben oltre ciò che vedi o senti, ma si innesca una relazione con chi ‘ci sta sopra la testa’ con Dio e, in quel momento, ti senti davvero invadere il tuo io più profondo. Quello è il momento delle scelte chiare.

La domanda giusta cambia l’approccio al problema e diventa azione: non perché devo, ma perché no?

È probabile che quell’hashtag #perchéno?, fosse stato scelto da chissà chi per il proprio percorso, ma mi ha fatto riflettere su come porsi una domanda può cambiare non solo l’approccio al problema ma anche un’azione. Io in quel momento mi stavo chiedendo ‘perché dovrei fare ‘questa cosa’? Che guadagno ne ho?’ e la visione era certamente limitata ed egoistica: io, me stessa, il guadagno, cosa potevo perdere, i rischi… era una percezione razionale di ciò che potevo solo immaginare… perchè DEVO?

Cammino di Santiago: riflessioni
La domanda corretta invece me l’ha regalata quella scritta su ogni cartello che ho incrociato: ‘perché no?’. ‘Perché non consideri che tutto quello che non puoi ora contare o analizzare in quel tuo cervello che continua incessantemente a pensare, possa essere qualcosa di meraviglioso, proprio perché non lo conosci? Perché no? Perché, quali sono i reali motivi che ti limitano?’.

Da quel momento ho avuto la sensazione di vivere quella riflessione in modo totalmente diverso e ho agito. Prova a farlo anche a tu: la prossima sfida, il prossimo dubbio… non farti trattenere dalla ragione, ma #respira, prega, medita, lascia la tua anima libera e prima di decidere pensa: perché no?
Credimi, sarà una piccola splendida scoperta…

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