Recita così la slide di uno dei corsi dedicati alla Cultura Digitale. Una frase semplice, ma non banale. Far comprendere a titolari di PMI siano essi commercianti o artigiani l’importanza di ciò che si accingono a fare entrando nel magico mondo dei social media, credo sinceramente sia il concetto più difficile e delicato da trasferire. Tutti siamo concentrati sul ‘fare’, ma pochi sono educati al passo precedente: tutti ad aprire pagine facebook e pochi a comprendere se sia o meno la strada giusta.
Aprire un profilo social è mettersi su un palco
Quando apri un profilo social, quando inizia a conversare e a interagire nel mondo del web è importante pensare a cosa si sta facendo. Tu, di fatto ti metti su un palco. Sia che ti connetti o diventi ‘amico’ con tua sorella o vuoi pianificare una strategia di comunicazione con obbiettivi di business il nocciolo del discorso non cambia: tu accendi un occhio di bue su di te, come in uno spettacolo. Parli di gatti? Sei irriverente? Condividi un pensiero profondo? Bene. In quel momento lo stai facendo verso un pubblico che presupponi ti stia ascoltando. Qual è il senso di quella tua frase? Credi sia interessante? Sì? Per chi? Credi possa coinvolgere qualcuno? Sì? E come? Esserci su quel palco implica necessariamente porsi anche queste domande.
E allora? Che inizi lo show!
Sì lo show, lo spettacolo, ma attento! Lo spettacolo, così come lo intendiamo in senso comune è fatto da attori e artisti che interpretano un ruolo e più saranno bravi a non farti percepire che si tratta di finzione più il tuo coinvolgimento sarà alto: applaudirai felice di essere stato testimone di così tanta maestria. Lo spettacolo sarà scintillante, pieno di effetti speciali e meravigliosi stratagemmi un po’ come descrivevano il mitico ‘Spectacular Spectacular‘ gli attori del film Moulin Rouge. Te lo ricordi?
In effetti vedendo il video e l’ansia degli attori che cercano di convincere in maniera a dir poco artificiosa e pittoresca il produttore sulla bontà del loro progetto, sembra proprio di riconoscere la stessa intenzione di alcuni profili o di alcune fan pagine di brand sui social: finti e per questo paradossali!
Attento, perchè lo show dei social network e molto differente: tu ti metti a nudo, sei tu. Tu sarai nudo e solo col tuo pubblico, che non è un pubblico asettico pronto, seduto e attento perchè ha pagato per poterti ascoltare. Al contrario, al tuo pari il pubblico dei social network può interagire con te, può tirarti carciofi e pomodori perché lo spettacolo che stai offrendo è orrendo, oppure può offrirti splendidi mazzi di rose perché al contrario, ciò che comunichi è condiviso, piace e coinvolge.
Il web e i social (nel tempo) rivelano ciò che sei, che tipo di spettacolo offri
Molti credono che mettersi sul palco significhi poter prendere in giro le persone: fingo di essere così… e invece sono cosà. Tanto, chi si accorge? Pensiero o atteggiamento più sbagliato non potresti averne! Il web rivela inesorabilmente ciò che sei. L’ho già scritto più volte, lo ripeto qui e lo ripeterò fino allo sfinimento. Il web rivela chi sei nel tempo. Certo, forse all’inizio farai un gran respiro, imposterai sul tuo viso uno splendido sorriso e via! La tua entrata su quel palco farà il botto grazie a strategie e stratagemmi, pensando che il pubblico che ti sta davanti sia così superficiale da bere tutto ciò che dici.
Il tempo… il tempo sarà tuo nemico e grande alleato di quel pubblico che capirà di avere davanti a se un personaggio e non una persona. Sì, il tempo… il tempo che invece sarà il vero alleato di chi capirà che il mondo dei social è uno splendido show che può e deve continuare solo se continuerai tu a comunicare valore, a esporti per ciò che sei, a comprendere cioè che il pubblico non è un oggetto posto davanti ai tuoi occhi, ma un insieme di persone che pensano, si emozionano e attendono che il tuo spettacolo possa continuare.
Sui social impara a offrire uno spettacolo vero: sii persona e non essere personaggio
Sì. Aprire un profilo social è come iniziare uno show: si accendono le luci, si apre il sipario. Tu non indossi nulla. Il pubblico stupito è immobile davanti a te e sai che potrà applaudire solo se sarai in grado di far percepire, attraverso le tue parole, il valore del tuo cuore. Chi comunica, chiunque comunica, ovunque scelga di farlo ha una grande responsabilità. Solo se lo capirai veramente innescherai l’applauso sincero del tuo pubblico perché solo allora tu sarai splendidamente una persona e mai più un becero e finto personaggio.
photo credit: Jonathan Kos-Read via photopin cc
19 Novembre, 2014
Ma perché non si può interpretare un personaggio? Non è quello che fanno tutti i grandi brand? Perché il tempo dovrebbe essere nemico della finzione? Perché devo mettermi a nudo? Voglio vendere un prodotto e allora perché rivelarne i difetti? Perché non esaltarne i pregi? Quale impedimento mi impedirà di “impersonare” il brand che ho scolpito nella rete caratterizzandolo e riconfermando la sua “natura” ad ogni click? Devo davvero credere che siate tutti veri? Che la famiglia del Mulino Bianco sia vera? Volete farmi credere che per vendere il mio prodotto devo mettere a nudo chi sono? Le mie idee politiche? Sono un militante di estrema destra che vuole vendere t-shirt con l’arcobaleno non è meglio che in rete racconti di essere gay, di sinistra e che come avatar usi una foto di Steve Jobs con un fiore in bocca? Siamo seri. La costruzione di un personal brand non ha nulla a che vedere con la persona che lo userà on line. Quello che proiettiamo sulla rete è quello che il filtro che noi abbiamo impostato nella nostra testa ci consente di pubblicare. Quello che scientificamente abbiamo scelto per rappresentarci. Di certo c’è un fondo di verità in quello che scriviamo ma io non credo che ad un web marketer convenga parlare della separazione dalla moglie, dei voti dei suoi figli o del partito che vota nelle urne.
21 Novembre, 2014
Ciao Annalinda c’è un po’ di confusione in quello che leggo: mischi brand a persona, persona a brand…. cerco di andare in ordine: liberissima di interpretare un personaggio, ma se fingi e comunichi valori che poi concretamente non hai ben presto il tuo castello si sgretolerà.
No non è quello che fanno tutti i grandi brand: un conto è l’ADV (mi parli di mulino bianco), un conto è il valore che trasmetto e la qualità del tuo prodotto. Quando vedo la promo ‘mulino bianco’ non compro la famiglia, compro il biscotto! …e mi aspetto che abbia i valori che azienda e comunicazione mi stanno trasferendo. Pensa se fossero biscotti pessimi o di scarsa qualità con una pubblicità super grandiosa!
Certo che devi esaltare i tuoi pregi, chi ha mai detto di no? Però devi stare molto attenta anche ai difetti perchè se non li conosci, lo noteranno i tuoi clienti e lo condivideranno online…
Liberissima di pensare o capire tu chi sia o meno vero (ma qui torni a parlare di persone)…
Per vendere il tuo prodotto devi essere te stessa: mi pare ridicolo pensare che un militante venda t-shirt con l’arcobaleno! E oltretutto essere veri non significa che comunichi e racconti tutto ciò che sei a chiunque…
Sul personal brandING (e non personal brand) e sulla questione che secondo te non centra con la presenza online ti consiglio di dare un occhio al sito http://www.sestyle.it e al libro di Riccardo Scandellari ‘fai di te stesso un brand’ .
Ognuno è libero di comunicare ciò che crede e il limite della tua privacy personale sei tu a deciderlo, questo non fa di te una persona falsa… chiunque ti conosce direttamente sa tutto di te? Reale e virtuale non sono più distinti ormai e anche qui online succede lo stesso.
Grazie per il tuo commento e a presto!
22 Novembre, 2014
Ciao Rosa,
hai ragione, ho fatto un po di confusione nella foga di scrivere. Il libro di Scandellari l’ho letto. In verità negli ultimi giorni di libri sul Personal Brand (on branding) ne ho letti molti. La mia confusione viene proprio da questo: Il “Mulino Bianco” non è stata una mia citazione casuale ma motivata proprio dal fatto che in uno dei libri che ho letto si diceva che quella campagna famosissima ha distolto il consumatore dal prodotto (Biscotto) e lo ha attirato sulla possibilità di immedesimarsi proprio con un Life Style. Lo scopo era far sentire le mamme orgogliose di offrire ai loro bimbi e alla loro famiglia non un BISCOTTO ma l’appartenenza ad uno status sociale.
Ulteriore confusione nella mia testa si è poi generata quando in quasi tutti i libri di Personal Brand che ho letto (compreso quello di Scandellari) ma potrei citare anche quello della Rampado o, in particolare quelli di Schawabel e di Michele Rinaldi la differenza tra il Brand “persona” e il Brand “prodotto” si riduce a nulla. Sincere devono essere le persone e sinceri devono essere i prodotti ma in definitiva quello che la gente deve interpretare è la realtà manipolata e filtrata da chi gestisce le campagne ADV o le politiche di Personal Branding. Gestire un profilo su Facebook a fini professionali allora non è così diverso da curare l’immagine del “biscotto del Mulino Bianco” perché quello che comunichiamo ed il modo in cui lo facciamo siamo noi a deciderlo! E’ logico e naturale che se mi vanto di essere un esperto in marketing solo per aver letto due libri poi alla fine i nodi verranno al pettine così come se il biscotto fa schifo dopo il primo acquisto non lo comprerà nessuno. Essere sinceri quindi è una pratica che condivido ma dissento con te, e con quasi tutti gli autori che ho citato, quando la sincerità vuole essere totale. Mi spiego meglio: Se devo vendere la maglietta “arcobaleno” lo faccio per fare soldi, non perché ne condivido il messaggio. Quindi posso venderla anche se ho idee politiche opposte a quel messaggio. L’importante è che le tenga per me e che nella comunicazione del mio Brand “persona” e del mio Brand “azienda” non ne faccia nessun accenno. Ecco quindi che la comunicazione del mio Brand Personale può essere asservita concepita a praticata secondo quelli che sono i miei fini anche se opposti ai miei ideali. Grazie per tutti i tuoi post che mi aprono le mente e mi spingono alla riflessione. Grazie per il tempo che mi hai dedicato e grazie per quello che mi dedicherai in futuro.
25 Novembre, 2014
Ciao Rosa,
come sempre ottimo articolo, soprattutto dove consigli di essere una persona e non un personaggio.
Troppo spesso sui social si finge, quando perdiamo l’occasione di mostrare chi siamo e quanto di bello c’è in noi… se c’è 🙂
28 Novembre, 2014
Grazie Manuel… già ‘se c’è’… ma il gioco sarà proprio questo. Se il bello che c’è in te non traspare, lo spettacolo sarà destinato ad essere un mega flop! Grazie per il tuo commento!