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Nei gruppi WhatsApp di classe ci si ritrova ‘per forza’, il problema nasce dal contenuto delle comunicazioni che si intrecciano in questi luoghi e dal moltiplicarsi di gruppi e sottogruppi: mi spiego meglio perché in alcuni casi sembra che la deriva negativa dell’utilizzo sia quantomeno diabolica. In genere si parte dalla creazione di un gruppo, in cui sono inseriti TUTTI i genitori, ma in alcuni casi vengono inseriti anche gli insegnanti. E se è necessario confrontarsi sull’operato di quest’ultimi? Ovviamente viene creato un nuovo gruppo dal quale sono esclusi insegnanti e responsabili… E se nel gruppo genitori c’è qualche mamma o qualche papà coi quali non si va d’accordo? Quale idea migliore se non creare l’ennesimo sottogruppo escludendo persone e moltiplicando chat e notifiche? Ma non è finita qui. Se andiamo infatti ad analizzare il contenuto delle chat dei gruppi di WhatsApp di classe spesso, purtroppo, troviamo davvero di ogni: da chiarimenti generici a richieste su compiti, da opinioni su corsi a domande su orari delle lezioni, dai confronti (infiniti) sui regali alle maestre a ai dialoghi tra gli alcuni genitori che credono di essere in una chat privata. Vogliamo aggiungere a tutto questo i messaggi di chi crede di essere in un luogo in cui letteralmente ‘vomitare’ di tutto tra link, foto e immagini inutili (chi ha fatto qualche corso con me sa quanto io non sopporti le immagini stile ‘buongiornissimo caffè’ o le frasi copia-incolla con citazioni varie…), i messaggi di chi suddivide una frase a senso compiuto in almeno 10 invii o che, citando la famosa canzone, manda vocali da 10 minuti? Tutto questo è inutile, fastidioso, confuso e svilisce, ripeto, una piattaforma che al contrario dovrebbe aiutarci a migliorare le comunicazioni. Cosa fare quindi? Alcune regole su come gestire i gruppi di WhatsAppte le ho già date qui e ti ricordo che, se non è necessario che le persone interagiscano tra di loro esiste un’alternativa che sono le liste di bradcast oppure ancora l’amministratore di un gruppo può silenziare i membri (quindi i membri vedono chi fa parte del gruppo, ma non possono scrivere nel gruppo). Prima di arrivare a scelte drastiche, direi che ancora una volta basterebbe darsi alcune regole semplici, condivise e chiare che permettano alle persone di interagire con serenità.

 

Gruppi WhatsApp di classe: 7 regole per vivere felici e contenti

1 – Metti delle regole

Sì, la prima regola è scrivere e condividere regole che chiariscano fin da subito cosa fare e cosa no, cosa scrivere e cosa no. Basta un piccolo vademecum anche cartaceo da consegnare a tutti genitori, insegnanti e ragazzi. Spesso questo passaggio non viene fatto e da qui nascono incomprensioni e cattiva gestione.

2 – Definisci gli amministratori e comunicali a tutti

Gli amministratori hanno un ruolo fondamentale: possono farsi portavoce tra gruppo e classe, ma possono anche inserirsi e moderare eventuali chat problematiche e diatribe che possono nascere nei gruppi WhatsApp di classe. Intervengono quindi non con ruolo personale, ma con l’autorità che tutti i membri riconoscono loro e che quindi devono rispettare. Scegliete con cura queste persone perché devono essere presenti e poter intervenire e moderare il gruppo.

3 – Definite di cosa si parla, di cosa NON si parla e in che orari

Sì a contenuti che possono interessare tutta la classe. No a esternazioni personali come ad esempio a commenti sulla quantità di compiti richiesti… Ricordare gli orari in cui potersi confrontare non è così banale: inviare messaggi alle 2 di notte pretendendo risposte non è certamente un comportamento educato… eppure capita spesso!

4 – Non sono (tutti) amici: ad ogni luogo corrisponde un linguaggio

Gif, foto, battute, chat botta/risposta tra alcuni (che però escludono tutti gli altri)? Tutto inutile e fuori tema. Essere social non significa perdere di vista l’essere adulto, e un adulto dovrebbe capire come comportarsi, cosa dire, cosa condividere offline e soprattutto online. Vuoi chattare con un genitore che è anche tuo amico? Spostati nella tua chat personale! Ricorda sempre che ogni invio è una notifica e, anche se le notifiche si potrebbero silenziare, ovviamente nei gruppi WhatsApp di classe questa funzione non si applica perché considerato da tutti i genitori un gruppo importante.

5 – Sintesi, risposte precise e non sovrapposte

Usa sempre la funzione risposta (quella che ti permette di riportare il messaggio al quale stai rispondendo). Questo permette di non perdere il filo del discorso. Commenta e scrivi il necessario in un unico messaggio (evita l’invio di più messaggi che creerebbero solo confusione!). Se si sta discutendo di un tema, evita di inserirne altri: il rischio confusione sarebbe davvero alto. Infine, lo ribadisco, evita messaggi vocali infiniti: obblighi la persona a doversi riascoltare tutto e non è per nulla simpatico… credimi!

6 – Sì o No agli insegnanti?

Io personalmente credo che gli insegnanti non dovrebbero far parte del gruppi WhatsApp di classe. Loro hanno ruolo istituzionale ed è corretto che la comunicazione rimanga su altri livelli. Questo non significa che non possano usare WhatsApp: se desiderano ad esempio comunicare con i genitori, possono crearsi una lista broadcast per l’invio dei loro messaggi. Il fine del gruppo è un altro, è il confronto tra persone. Diversi obiettivi corrispondono a differenti scelte e canali.

7 – NO a messaggi d’istinto: conta fino a 10!

Questa è una regola che vale per i gruppi WhatsApp di classe, ma anche per l’invio di email o quando vogliamo commentare un post che ci ha irritato. Ci vuole davvero poco a scrivere un commento rancoroso e cliccare invio trasformandosi in leone da tastiera. Ci vuole altrettanto poco a innescare una catena di botta e risposta che portano a inutili scambi incalzanti che spesso finiscono in insulti… Fermati, spegni il telefono, chiudi internet, vai a farti un giro e in caso poi scrivi… o meglio, se è qualcosa che ti coinvolge direttamente, prendi il tuo telefono e chiarisci direttamente con la persona in questione. Credimi, lo dico per esperienza, le incomprensioni nascono anche quando parli direttamente con qualcuno, figuriamoci quando l’unico canale che usiamo è la scrittura.

Gruppi WhatsApp di classe: paradiso o inferno?

A questa domanda lascio a te la risposta. La tua esperienza qual è? Incontrando spesso alunni, insegnanti e facendo corsi nelle scuole posso certamente confermare che non è così raro incontrare esempi virtuosi di buon utilizzo di gruppi. Ci vuole impegno e voglia di andare verso l’altro, applicare la social education non è impossibile anzi: ‘basta poco, che ce vò!’? 😉  


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